domenica 12 maggio 2013

Gli Ossimori del Vivere, di Irene Lucia Vanelli




Le contrapposizioni e l’incompatibilità di elementi della nostra vita che apparentemente possono sembrare lontani e diamentralmente opposti ma che in realtà, messi vicini, non solo consentono di scoprire affinità e legami precedentemente sconosciuti, ma che riescono anche e soprattutto a trasmettere in maniera incisiva sensazioni forti, lasciando un segno profondo: questo è l’input artistico de Gli Ossimori del Vivere, il ciclo di lavori di Irene Lucia Vanelli, inaugurato in primis a Milano dall’11 al 12 maggio con MostraMi ( http://www.mostra-mi.it/main/ ), evento culturale ed artistico oggi alla sua 6^edizione con la tematica sociale della violenza sulle donne.

4 donne, 4 manichini, ognuno diverso dall’altro per forma, materiale usato ed impatto visivo ma tutti contemporaneamente capaci di trasmettere la forza creativa dell’artista, allestiti in modo da rappresentare 4 attrici di uno spettacolo teatrale, pronte sul palcoscenico a rappresentare la vita stessa, con le sue vicende ed i sentimenti che spesso la travolgono: Libertà, Fragilità, Amitiè, Lieben.

Libertà

Vive in questa scultura la contrapposizione tra il sentimento di Libertà che anima spesso segretamente ogni donna ed i vincoli sociali a cui il più delle volte la donna stessa è soggetta: un fil di ferro le ricopre la bocca, un lungo chiodo infilzato la rende del tutto cieca ad un occhio, un’infinità di spilli, penetrandole la carne in ogni punto del corpo, le impediscono qualunque tipo di movimento, così come le bende, alcune stracciate, segno di lotta, una lotta che per fortuna continua: nonostante la sovente inevitabile costrizione sociale al mutismo, alla cecità ed all’immobilità fisica, la donna di questa scultura non smette di pensare e sognare in maniera del tutto libera da forzature e vincoli.

Fragilità

Per la sua forma questo manichino potrebbe rappresentare una donna del 700, con l’abito largo e pomposo, probabilmente di nobile stirpe, ma osservandola in profondità e nel dettaglio s’intravedono particolari come l’elmetto, la corazza fatta di cemento, le catene ed il ferro spinato, tipico degli ambienti militari, ossidato dall’artista per renderlo più realistico: una donna guerriera, quindi, combattiva, che porta con sè il peso delle sue fatiche, magari quelle quotidiane, trascinate con forza attraverso le rotelle che sono alla base della scultura intitolata ossimoricamnete Fragilità.

Amitiè

Richiamando una vicenda della sua vita personale, l’artista vuole rappresentare in questa scultura l’amicizia purtroppo pugnalata alle spalle. Tra i vari manichini che Irene Lucia Vanelli si diverte a cercare e a scegliere, ognuno peculiare per forma, posa e materiali usati, questo è uno dei più semplici, proprio per raffigurare il sentimento spontaneo dell’amicizia, nella sua nudità, a volte tristemente e crudelmente tradita, proprio nel momento in cui non esistono difese.

Lieben

Anche in quest’ultima scultura si nota la contrapposizione tra l’immagine di una donna gentile, graziosa, dall’abito elegante, la coroncina, immersa probabilmente in un ambiente bucolico richiamato da fiorellini e uccelli alla base del manichino in ferro battuto (bruciato con catrame e carta) e la figura antiteticamente cruenta del cuore trafitto da lunghi spilli, incisivi, che esprimono sofferenza, fisica e probabilmente morale: forse un’adolescente dal cuore trafitto al suo primo debutto in società?

Gli Ossimori del Vivere:

4 sculture, 4 donne che inevitabilmente, ognuna a modo suo, rappresentano i vari volti e le varie contraddizioni che caratterizzano (s)fortunatamente ogni donna.

Adelaide De Martino

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