Gli Ossimori del Vivere, di Irene Lucia Vanelli
Le contrapposizioni e
l’incompatibilità di elementi della nostra vita che apparentemente possono
sembrare lontani e diamentralmente opposti ma che in realtà, messi vicini, non
solo consentono di scoprire affinità e legami precedentemente sconosciuti, ma
che riescono anche e soprattutto a trasmettere in maniera incisiva sensazioni
forti, lasciando un segno profondo: questo è l’input artistico de Gli Ossimori
del Vivere, il ciclo di lavori di Irene Lucia Vanelli, inaugurato in primis
a Milano dall’11 al 12 maggio con MostraMi ( http://www.mostra-mi.it/main/ ), evento culturale ed artistico oggi
alla sua 6^edizione con la tematica sociale della violenza sulle donne.
4 donne, 4 manichini, ognuno diverso dall’altro per forma,
materiale usato ed impatto visivo ma tutti contemporaneamente capaci di
trasmettere la forza creativa dell’artista, allestiti in modo da rappresentare 4 attrici di uno spettacolo teatrale, pronte sul palcoscenico a rappresentare
la vita stessa, con le sue vicende ed i sentimenti che spesso la travolgono: Libertà,
Fragilità, Amitiè, Lieben.
Libertà
Vive in questa scultura la contrapposizione tra il
sentimento di Libertà che anima spesso
segretamente ogni donna ed i vincoli sociali a cui il più delle volte la donna stessa
è soggetta: un fil di ferro le ricopre la bocca, un lungo chiodo infilzato la
rende del tutto cieca ad un occhio, un’infinità di spilli, penetrandole la
carne in ogni punto del corpo, le impediscono qualunque tipo di movimento, così
come le bende, alcune stracciate, segno di lotta, una lotta che per fortuna
continua: nonostante la sovente inevitabile costrizione sociale al mutismo, alla cecità
ed all’immobilità fisica, la donna di questa scultura non smette di pensare e sognare
in maniera del tutto libera da forzature e vincoli.
Fragilità
Per la sua forma questo manichino potrebbe rappresentare una donna
del 700, con l’abito largo e pomposo, probabilmente di
nobile stirpe, ma osservandola in profondità e nel dettaglio s’intravedono
particolari come l’elmetto, la corazza fatta di cemento, le catene ed il ferro
spinato, tipico degli ambienti militari, ossidato dall’artista per renderlo più
realistico: una donna guerriera, quindi, combattiva, che porta con sè il peso
delle sue fatiche, magari quelle quotidiane, trascinate con forza attraverso le
rotelle che sono alla base della scultura intitolata ossimoricamnete Fragilità.
Amitiè
Richiamando una vicenda della sua vita personale, l’artista vuole rappresentare in questa scultura l’amicizia purtroppo pugnalata alle spalle. Tra
i vari manichini che Irene Lucia Vanelli si diverte a cercare e a scegliere,
ognuno peculiare per forma, posa e materiali usati, questo è uno dei più
semplici, proprio per raffigurare il sentimento spontaneo dell’amicizia, nella
sua nudità, a volte tristemente e crudelmente tradita, proprio nel momento in
cui non esistono difese.
Lieben
Anche in quest’ultima scultura si nota la contrapposizione
tra l’immagine di una donna gentile, graziosa, dall’abito elegante, la
coroncina, immersa probabilmente in un ambiente bucolico richiamato
da fiorellini e uccelli alla base del manichino in ferro battuto (bruciato con
catrame e carta) e la figura antiteticamente cruenta del cuore trafitto da
lunghi spilli, incisivi, che esprimono sofferenza, fisica e probabilmente
morale: forse un’adolescente dal cuore trafitto al suo primo debutto in
società?
Gli Ossimori del Vivere:
4 sculture, 4 donne che inevitabilmente, ognuna a modo suo,
rappresentano i vari volti e le varie contraddizioni che caratterizzano (s)fortunatamente ogni
donna.
Adelaide De Martino